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Solidarietà agli oppositori del biogas a Trebaseleghe

02.09.13

Da agricoltore biologico e da presidente della Cooperativa agricola El Tamiso desidero esprimere solidarietà coi (soli…) due consiglieri di opposizione che a Trebaseleghe stanno opponendosi al 4° impianto per la produzione di biogas, da produzioni agricole, nel territorio comunale.
Stupisce leggere di così tanti soggetti lanciati su questa ennesima realizzazione, sindaco in testa, a fronte della gravità degli indizi di grande pericolosità dell’uso “industriale” che si fa di questi impianti, per la salute, l’ambiente e l’agricoltura.
E’ vero, e non è un caso, che si fa pochissima informazione sull’argomento, poiché credo che se i cittadini si rendessero conto della gravità della cosa avrebbero ben altro interesse.
Basti ricordare che:
- Questa modalità di produzione di energia elettrica, da fonti “rinnovabili”, era stata pensata su scala di una azienda agricola, che volesse valorizzare scarti di lavorazione, liquami, ecc. ecc. a fini energetici, e gode di un buon incentivo, derivante dalle bollette elettriche di tutti (circa 0,28 cent/kw);

- Il cosiddetto “digestato” è ciò che resta dopo la fermentazione anaerobica (in assenza di ossigeno, cioè sostanzialmente un processo di putrefazione), notoriamente ricco di diversi batteri come il botulino, il tetano, l’escherichia coli, ecc. ecc., come è altrettanto noto che per essere sparso nell’ambiente dovrebbe essere sottoposto ad un processo di fermentazione “aerobica” (in presenza di ossigeno).
- Tutto questo non succede: gli impianti sono vere e proprie attività industriali, in cui vengono immessi enormi quantitativi di prodotti agricoli, sottratti al mercato alimentare; il digestato, opportunamente annacquato, viene sparso sui terreni, più o meno abusivamente, creando anche forti problemi per la vitalità della terra ed una ovvia concentrazione di soggetti patogeni;
- L’intero processo, in assenza di incentivo pubblico destinato alle energie rinnovabili, sarebbe assolutamente in perdita, sul piano economico, e soprattutto sul piano energetico (tutto il ciclo produttivo comporta grande uso di energie non rinnovabili!);
- Almeno in un caso, in Veneto, è stato accertato che il digestato era anche fortemente contaminato da policlorobifenili (PCB), assolutamente tossici, la cui causa è utilizzo di sostanze improprie nell’impianto;
- Proprio a Trebaseleghe, pochi mesi fa si assistito alla morte di decine di vacche per botulismo, e dove nessuno ha spiegato da dove poteva venire il botulino (se non dal terreno….. direttamente o indirettamente);
- E’ noto che in Germania, dopo la vicenda delle morti per escherichia coli del 2011, si stia mettendo sotto accusa proprio il sistema biogas;
- Volendo anche tralasciare l’immoralità di destinare il cibo e l’agricoltura a questi usi speculativi, in cui spesso nemmeno gli agricoltori sono beneficiari, ma società di vario tipo costituite ad hoc, credo che si faccia poca informazione anche a causa dell’enorme indebitamento bancario di queste decine e decine di imprese autorizzate in Veneto, con finanziamenti lunghi, ed il cui rientro sarebbe impossibile dovendo fermare le attività, almeno per motivi sanitari.
Dimentichiamo poi per un attimo l’assordante silenzio delle Organizzazioni Professionali Agricole, che tutto sanno e tutto fanno pur di portare a casa la “pagnotta”, ma la “politica” regionale dov’è?
Che non sia il caso di andare a vedere se qualche politico ai vertici del Consiglio Regionale, non abbia interessi indiretti nella progettazione e nell’autorizzazione degli impianti?
O chiedere conto al Presidente Zaia come si giustifichino operazioni speculative di questo tipo (… parliamo di casi in cui un privato imprenditore mette insieme ben 8 Società agricole ed avvia 8 impianti, nel giro di pochi mesi), che non sia il caso di mettere qualche regola che riporti la cosa al suo significato originale? Ed ad un minimo di rispetto per la Terra e la Comunità Civile
Oppure come si giustifica il vecchio slogan “prima i veneti” con l’impianto fotovoltaico lungo la Transpolesana, uno dei più estesi d’Europa, a terra per di più, in cui progetti, manodopera ed ovviamente incasso dell’incentivo vanno tutti, ma proprio tutti, all’estero?
Noi ci mettiamo il paesaggio, la terra e i soldi.

A tal proposito si può approfondire leggendo l'intervento del Comitato Cittadini No Biogas (Lazio), e quello di Andrea Defranceschi, capogruppo Movimento 5 Stelle regione Emilia-Romagna

Franco Zecchinato – franco@eltamiso.it

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